Il naufragio accadde verso le due e cinquanta del 15 dicembre 1952.
In quella notte,
durante una forte mareggiata, le acque del litorale tirrenico furono
sconvolte. Le cronache dell’epoca indicano che il libeccio soffiava ad
oltre 100 chilometri orari, con punte che raggiungevano i 150! La nave
americana “Grommet Reefer”, di circa 4 mila tonnellate, era giunta da
Casablanca con circa 178 tonnellate di viveri destinati alla base
americana di Campo Darby, tra Pisa e Livorno.
Il natante si trovava in rada in attesa del permesso d’attracco, quando
la violenza del mare spezzò gli ormeggi. Spinta dai marosi, la “Grommet
Reefer” s’infranse a circa 100 metri dall’Accademia Navale, spezzandosi
in due tronconi anche
a seguito di esplosioni avvenute nel reparto
nafta.
Il comandante dette immediatamente ordine di suonare le
sirene per richiedere i soccorsi. Durante le prime ore dopo il
naufragio, non fu possibile dare aiuto agli uomini di bordo e le
operazioni di soccorso ebbero delle fasi drammatiche.
Parte dell’equipaggio fu portato a riva per mezzo di una teleferica
stesa tra la nave e la Terrazza Mascagni. Fu soltanto con l’aiuto di
quattro elicotteri che altri quattordici uomini rimasti aggrappati a
poppa del natante, ifirono finalmente portati in salvo.
La tragedia era
stata veramente sfiorata. I quaranta uomini di equipaggio se la cavarono
con qualche graffio e con tanta paura.
Questa volta il libeccio aveva regalato ai livornesi ottime cibane.
L’intera operazione di salvataggo fu seguita in diretta da centinaia di
livomesi che si accalcarono lungo il viale Italia, all’altezza dei Bagni
Acquaviva.
Furono molti quelli che cercarono di arraffare il piu possibile anche
nei giorni che seguirono, fino a quando la zona interessata al fortunale
non venne “ripulita” di tutto quel bendi dio.
I più fortunati, quelli
che fecero una raccolta abbondante, si improvvisarono addirittura rivenditori e, oltre ad aver degustato qualche cibo insolito,
riuscirono
a mettersi in tasca anche qualche soldo.”
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