La piazza della Repubblica è una delle più grandi (circa 19.000 metri quadri)
e senza dubbio tra le più caratteristiche piazze di Livorno.
Sorta nel 1844 per opera del regio architetto Luigi Bettarini mediante la copertura di un tratto di Fosso Reale, in origine era denominata
Sorta nel 1844 per opera del regio architetto Luigi Bettarini mediante la copertura di un tratto di Fosso Reale, in origine era denominata
"La Volta" da cui "il Voltone" poi Piazza del Voltone fino al 1850 , poi piazza dei Granduchi fino al 1859, in onore alla dinastia lorenese.
Nel periodo risorgimentale, fu intitolata a Carlo Alberto, fino al 1946 quando, dopo il referendum, è stata rinominata piazza della Repubblica.
Venne ornata di 52 panchine di marmo,92 colonnetti di ferro e lampioni a gas con base a tre gambe ( per i livornesi le famose cosce di ferro ).
Tuttavia, per i livornesi la piazza è nota come Voltone, proprio per la presenza della volta che copre il Fosso Reale e misura 240 metri ed ha la pavimentazione ovale
dello scultore livornese Paolo Emilio Demi, e di Ferdinando III dello scultore Francesco Pozzi, con grandi feste e giubilo di popolo, il giorno 8 settembre 1847, nel giorno 8 dedicato alla Madonna di Montenero e agli zii.
o stesso popolo non piu giubilante ma infuriato il 6 maggio del 1849, con pietre e martelli offese il capolavoro del Demi che poco tempo prima era stato innalzato. Ma gia il 9 febbraio, allontanandosi il duca da Firenze, la statua del Demi venne ricoperta da un funereo tendone nero con sopra scritto in bianco "Rispetto all' autore".
Non avendo potuto impedire lo scempio il municipio ne ordinava la rimozione e il trasporto in un magazzino del vecchio Arsenale. Nel 1953 dopo oltre un secolo dalla rimozione la statua fu collocata in piazza XX Settembre dove si trova attualmente.Sulla Base rimasta vuota per sei anni, fu messa nel 1855 una fredda variante dello scultore Emilio Santarelli che prese si 40 mila lire ma non onore e fama.
Al primo piano del palazzo tra via Buontalenti e via Grande a destra,
naque nel 1918 e bi ebbe sede per diversi anni il giornale
"Gazzetta Livornese e Telegrafo" oggi il Tirreno.
"Gazzetta Livornese e Telegrafo" oggi il Tirreno.
I palazzi che contornano la piazza sono tutti scampati ai bombardamenti dell'ultima guerra, ad eccezione di quello che fù sede delle Poste, posto tra via delle Galere e il Largo Fattori, successivamente ricostruito con porticato.
Alla fine della via Vittorio Emanuele troviamo questa piazzetta,
conosciuta come slargo del Cisternino, oggi Largo Fattori,
accanto alla piazza Carlo Alberto.
accanto alla piazza Carlo Alberto.
Era delimitata dal retro del palazzo del Cisternino di città e da un lato
del palazzo Rosselli, sede delle Poste, che in tempo di guerra fu centrato
in pieno da una bomba e distrutto completamente.
Palazzo delle Poste, che in tempo di guerra fu centrato
in pieno da una bomba e distrutto completamente.
Venne in seguito ricostruito con motivi architettonici più moderni
che non lo hanno ben inserito nell’insieme della piazza.
del palazzo Rosselli, sede delle Poste, che in tempo di guerra fu centrato
in pieno da una bomba e distrutto completamente.
in pieno da una bomba e distrutto completamente.
Venne in seguito ricostruito con motivi architettonici più moderni
che non lo hanno ben inserito nell’insieme della piazza.
La piazza è sempre stata luogo di ritrovo dei bambini che qui venivano a giocare;
nella foto ripresa dalla parte della Fortezza Nuova sono in bella evidenza una panchina in marmo e un lampione in ferro, si vedono anche le cancellate che delimitavano i monumenti e che scomparvero durante la guerra. La signora, in primo piano con le brocche di rame , è stata alla fonte lì vicina a prendere l’acqua necessaria per preparare il pranzo.
Lungo il fosso che esisteva prima della copertura e della realizzazione della piazza dei Granduchi c’erano diversi magazzini a livello delle acque. Alcuni di questi esistono ancora e sono raggiungibili dalla parte di piazza Garibaldi scendendo negli scantinati.
Nella foto sopra un barcone si accinge ad entrare sotto il Voltone
Nella piazza ripresa dall’inizio della via De Larderel si vedono, partendo da sinistra,
il palazzo che fu sede del giornale Il Telegrafo, lo slargo del Cisternino tra la piazza e la via Vittorio Emanuele, il palazzo Rosselli che fu sede delle Poste e Telegrafi, la cupola della chiesa dei Domenicani e la Fortezza Nuova con gli edifici militari.
Piazza Carlo Alberto incrocio via De Larderel
i carretti trainati a mano che, come come si vede nella foto dell’anziana signora a destra, servivano anche da esposizione merce.
Caratteristico e simpatico anche il vestito della signora in primo piano con il coulisson.
Nella piazza, tra panchine, lampioni e pioli in ferro ne esistevano oltre 100 pezzi.
Negli ultimi anni diversi diquesti lampioni e pioli sono stati rimessi al loro posto.
Le due statue dei Granduchi furono messe al loro posto nel 1848.
Le due statue dei Granduchi furono messe al loro posto nel 1848.
Quella di Ferdinando III é opera del Pozzi,
quella di Leopoldo II ( Canapone ) del Demi.
Curiosità: La piazza non è in piano, ma tra i due estremi vi sono circa 3 metri di dislivello.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Punta il mouse sulla foto: puoi spostarti in avanti e indietro lungo la piazza
e persino ruotare la visuale di 360°.
Questo è Street View
In piazza della repubblica vedi anche:
Bellissima
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