Benvenuto nel Blog, qui troverai una fantastica raccolta di immagini d'epoca in foto e cartoline da collezione che raccontano la storia della città di Livorno.
I Bagni Trotta oggi Bagni Tirreno sono sorti nel 1873 sull'area dei vecchi Bagni Baretti, Cocchi dove prima vi erano i Bagni Rombolini, Aurora e Del Greco. Questu ultimi si fusero nei Bagni Rinaldi
Furono costruiti sulle rovine dell' antico Bagno Cocchi risalente al 1780
(Primo bagno in muratura costruito sulla Spianata dei Cavalleggeri oggi Terrazza Mascagni)
Poi divennero Bagni Rinaldi, Trotta dal 1900 e oggi Tirreno.
Ingresso dei vecchi Bagni Trotta
Bagni Trotta anno 1905, dopo essere stati ampliati e ammodernati.
Primi del 900, foto d'epoca realizzata sul pontile di legno posto all'ingresso.
Il nuovo Bagno degli anni 30 ammodernato da Ferdinando Trotta
che vi fece costruire anche un grande ristorante un teatro e sale di lettura.
L' ingresso monumentale dei nuovi Bagni Trotta del 1932.
L' elegante sala da ballo costruita all' interno dei bagni Trotta.
Il "XIII Circuito del Montenero - Coppa Ciano" del 1933
avrebbe scritto una giornata trionfale per la Maserati.
Tazio Nuvolari vinceva per la terza volta di seguito la gara livornese,
portata per l'occasione a dodici giri, al volante della 3 litri monoposto
costruita dai fratelli Maserati. Il binomio Nuvolari e Maserati era già risultato vittorioso a Spa-Francorchamps al G.P. del Belgio e riconfermava a Livorno il successo senza neppure dare l'impressione di spingere a fondo e polverizzando tutti i record prendendo in considerazione il passaggio al decimo giro visto l'allungamento di due giri messo in programma.
Borzacchini con l'Alfa Romeo P3 della Scuderia Ferrari si era ritirato al quarto giro per un'indisposizione, lasciando il volante al "Re della Montagna" Mario Tadini
che concludeva quarto.
Cosicché la migliore delle Alfa al traguardo era quella di Brivio, ma staccata di oltre 8 minuti dal vincitore. Balestrero era attardato da problemi di carburazione ed al terzo posto si piazzava un'altra Maserati, la 2000 cc affidata a Campari. Altro trionfo Maserati nelle piccole 1100 con tre vetture ai primi tre posti. Inutilmente Chambost aveva tentato di resistere, il francese si ribaltava ad Osteria Nuova ferendosi anche malamente mentre la paventata minaccia inglese della MG Magnette di Lord Howe non prendeva neppure il via per un violento incidente in prova alla curva "Quattro Palle".
(Da: Maurizio Mazzoni: "Lampi sul Tirreno", Firenze 2006)
Tre immagini della Coppa Ciano alla Rotonda di Ardenza.
XIII Circuito del Montenero - Coppa Ciano" del 1933 (video di proprietà Istituto Luce)
Il naufragio accadde verso le due e cinquanta del 15 dicembre 1952.
In quella notte,
durante una forte mareggiata, le acque del litorale tirrenico furono
sconvolte. Le cronache dell’epoca indicano che il libeccio soffiava ad
oltre 100 chilometri orari, con punte che raggiungevano i 150! La nave
americana “Grommet Reefer”, di circa 4 mila tonnellate, era giunta da
Casablanca con circa 178 tonnellate di viveri destinati alla base
americana di Campo Darby, tra Pisa e Livorno.
Il natante si trovava in rada in attesa del permesso d’attracco, quando
la violenza del mare spezzò gli ormeggi. Spinta dai marosi, la “Grommet
Reefer” s’infranse a circa 100 metri dall’Accademia Navale, spezzandosi
in due tronconi anche
a seguito di esplosioni avvenute nel reparto
nafta.
Il comandante dette immediatamente ordine di suonare le
sirene per richiedere i soccorsi. Durante le prime ore dopo il
naufragio, non fu possibile dare aiuto agli uomini di bordo e le
operazioni di soccorso ebbero delle fasi drammatiche.
Parte dell’equipaggio fu portato a riva per mezzo di una teleferica
stesa tra la nave e la Terrazza Mascagni. Fu soltanto con l’aiuto di
quattro elicotteri che altri quattordici uomini rimasti aggrappati a
poppa del natante, ifirono finalmente portati in salvo.
La tragedia era
stata veramente sfiorata. I quaranta uomini di equipaggio se la cavarono
con qualche graffio e con tanta paura.
Questa volta il libeccio aveva regalato ai livornesi ottime cibane.
L’intera operazione di salvataggo fu seguita in diretta da centinaia di
livomesi che si accalcarono lungo il viale Italia, all’altezza dei Bagni
Acquaviva.
Furono molti quelli che cercarono di arraffare il piu possibile anche
nei giorni che seguirono, fino a quando la zona interessata al fortunale
non venne “ripulita” di tutto quel bendi dio.
I più fortunati, quelli
che fecero una raccolta abbondante, si improvvisarono addirittura rivenditori e, oltre ad aver degustato qualche cibo insolito,
riuscirono
a mettersi in tasca anche qualche soldo.”